
L'abolizione dei concorsi universitari NON è (salvo prova contraria) incostituzionale:
Dal blog:
La rivoluzione non può che nascere dall'università
Osservavamo la settimana scorsa che, in un mondo in cui ci si può comportare in maniera egoistica (tenendo per sé le cose buone e rifilando agli altri quelle cattive), chi si comporta in maniera equa (attribuendo le cose buone equelle cattive in pari misura a sestesso eagli altri) finisce per favorire una società iniqua nella quale proprio i più egoisti risultano premiati mentre se tutti si comportassero in maniera egoistica la società risulterebbe equa (tutti avrebbero gli stessi vantaggi e svantaggi). Questo paradosso sembrerebbe convalidare l'ideologia individualista per la quale è proprio il comportamento egoistico quello che genera una società giusta. Il trucco su cui si basa questo paradosso è che il risultato è equo solo se si presuppone un punto di partenza assolutamente paritario, cioè che ogni soggetto disponga della stessa quantità di elementi (positivi e negativi) da distribuire tra sé egli altri. Se viene meno questo presupposto, allora l'esito non è più equo, ma anzi l'egoista continua ad avvantaggiarsi sempre più. Insomma: l'individualismo genera giustizia solo in una società in cui i beni siano equamente distribuiti; ovvero: il liberismo sarebbe 'giustificabile' solo all interno di una società 'comunista'. Ma anche questo è un paradosso. Come se ne esce? Per ora accontentiamoci di osservare, scherzosamente, che qualcosa di equo l'abbiamo trovato: è la paradossalità, che è parimenti distribuita tra l'ideologia egualitarista e quella liberista.L'università italiana pecca di questo importante equilibrio...
Luigi Vero Tarca
[...] La nuova delibera dell'Autorità Garante delle Comunicazioni (il 31 marzo 2006) vieta però al VoIP "nomadico" (come quello di SkypeIn, cioè utilizzabile ovunque nel mondo) di funzionare con numeri di città italiane. Così Skype Italia richiederà numeri in decade cinque, i soli a essere indicati, nella delibera, come adatti al VoIP nomadico. Chiamarli, secondo i tetti fissati dalla delibera, può costare però fino al doppio di una telefonata urbana; se ne lamenta già l'associazione consumatori il Movimento Difesa del Cittadino, in una nota dei giorni scorsi. [...]
31 Gennaio 2008 alle 7:18 pm
@colombo da priverno:
mi potresti indicare un documento dove SI SPIEGA
l’incostituzionalità dell’abolizione dei concorsi universitari?
Volendo poi essere formali anche la
stabilizzazione dovrebbe essere incostituzionale!
31 Gennaio 2008 alle 7:37 pm
Rivoluzioneitalia, non è una norma specifica della Costituzione sui concorsi universitari, ma è la norma generale sulle assunzioni nella pubblica amministrazione (l’università è una pubblica amministrazione). Si tratta dell’art. 97, comma 3, della costituzione, che dice:
“agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi previsti dalla legge”.
Inoltre, l’art. 51, comma 1 della costituzione prevede che l’accesso dei cittadini “agli uffici pubblici” debba avvenire “in condizioni di eguaglianza”.
Orbene, il metodo concorsuale è quello comunemente ritenuto più idoneo (in astratto) a garantire le condizioni di eguaglianza, che la costituzione, come vedi, ritiene essere un valore prevalente rispetto agli altri (ad es. la celerità della scelta).
E’ vero che l’art. 97, comma 3, lascia aperta la possibilità di eccezioni, ma queste devono essere adottate espressamente dalla legge.
Ecco perchè Mussi più volte affermava che - pur ritenendo che il sistema migliore non fosse, per l’università, quello dei concorsi - lui con un semplice regolamento non poteva eliminarli, ma solo cercare di disciplinarli diversamente.
Per eliminarli ci voleva una legge forte, seria e meditata (che doveva andare a derogare alla costituzione, in sostanza). Quel che ho detto io, se non erro, è che questa maggioranza se li sognava i numeri per fare con serenità una legge così.
La stabilizzazione sarebbe incostituzionale, su questa base, per chi non ha mai fatto un concorso (contrattisti). Per chi ha fatto un concorso (assegnisti), probabilmente la trasformazione del rapporto in un tempo indeterminato rimarrebbe nei limiti di costituzionalità, perchè un concorso c’è stato.
capito perchè ogni tanto insisto ad analizzare diversamente le diverse figure di precari?
In ogni caso, se la stabilizzazione fosse stata non automatica, ma attraverso un giudizio selettivo di idoneità nazionale, penso che la modalità concorsuale si sarebbe potuta rietenere rispettata lo stesso (ed in questo caso anche per i contrattisti, che sarebbero stati sottoposti a giudizio drettamente in sede d’idoneità.
Rivoluzione, Spero di esser stato utile
Cari saluti