venerdì 1 agosto 2008

L'equilibrio del paradosso


Osservavamo la settimana scorsa che, in un mondo in cui ci si può comportare in maniera egoistica (tenendo per sé le cose buone e rifilando agli altri quelle cattive), chi si comporta in maniera equa (attribuendo le cose buone equelle cattive in pari misura a sestesso eagli altri) finisce per favorire una società iniqua nella quale proprio i più egoisti risultano premiati mentre se tutti si comportassero in maniera egoistica la società risulterebbe equa (tutti avrebbero gli stessi vantaggi e svantaggi). Questo paradosso sembrerebbe convalidare l'ideologia individualista per la quale è proprio il comportamento egoistico quello che genera una società giusta. Il trucco su cui si basa questo paradosso è che il risultato è equo solo se si presuppone un punto di partenza assolutamente paritario, cioè che ogni soggetto disponga della stessa quantità di elementi (positivi e negativi) da distribuire tra sé egli altri. Se viene meno questo presupposto, allora l'esito non è più equo, ma anzi l'egoista continua ad avvantaggiarsi sempre più. Insomma: l'individualismo genera giustizia solo in una società in cui i beni siano equamente distribuiti; ovvero: il liberismo sarebbe 'giustificabile' solo all interno di una società 'comunista'. Ma anche questo è un paradosso. Come se ne esce? Per ora accontentiamoci di osservare, scherzosamente, che qualcosa di equo l'abbiamo trovato: è la paradossalità, che è parimenti distribuita tra l'ideologia egualitarista e quella liberista.

Luigi Vero Tarca

L'università italiana pecca di questo importante equilibrio...
L'eccessiva (distorta) ideologia egualitarista dei nostri atenei (vedi valore legale del titolo di studio) sembrerebbe spiegare il motivo dell'estrema illiberalità che invece imperversa.

mercoledì 25 giugno 2008

Tutto lo stato maggiore di università e ricerca...


Odddio...

In questo covo di baroni la Gelmini sembra una progressista assoluta :-o
Guido CRUI Trombetti capo barone totale.... fa un discorso troppo conservatore... troppo....
lo stesso anche per Luciano CNR Maiani...
Brillante Mussi... anche se si opacizza un in certi momenti di nostalgia di altri tempi....

giovedì 19 giugno 2008

Il significato di Meritocrazia



Ottimo questo signor Roger Abravanel che presenta il suo libro sulla meritocrazia...
Viene discusso spesso il problema dell'accesso alle università. Dice che ha parlato con la Gelmini... Poi pettina elegantemente il borioso Galan, presidente della regione Veneto che spocchia per aver detto no ad una stabilizzazione di massa (sanatoria) di 50 portaborse del governo.
(Vedi anche altri articoli qui e qui)

Continua dicendo che l'italia è una delle più illiberali e meno istruite nazioni... Vedi differenza tra ricchi e i poveri e vedi la possibilità di riscattarsi se nasci povero. Siamo peggio anche degli Stati Uniti... in cui il divario di ricchezza è notoriamente ampio. Lì cmq se sei "bravo" hai almeno l'opportunità di riscattarti.... in Italia no...
Piccola curiosità la meritocrazia nasce all'università di Harvard nel 1933. Sino ad allora accedevano solo le famiglie ricche. Di lì in poi l'accesso fu regolato da un test.

Fondamentalmente ci propone (ed ha proposto alla Gelmini... che evidentemente non ha capito) di seguire quello che fece Tony Blair qualche tempo fa per rilanciare l'Inghilterra risalendo la graduatoria dei test PISA... Guardate il video è molto piacevole.

martedì 17 giugno 2008

D'alema, Gelmini, fondazioni bancarie e ricerca....



Ecco i liberisti-dirigisti o i dirigisti-liberisti...

Cosa c'è dietro "la privatizzazione di tutti gli istituti pubblici di ricerca" della Gelmini....?
Le fondazioni (bancarie) tanto amate dal D'Alemone...

In 45 minuti d'alema è riuscito a dire che la ricerca si rilancia con lo sgravio fiscale!!
E la affida alle banche... secondo lui l'unica avanguardia nel mercato globale della tristezza italiana.... :-(
La Gelmini invece riesce (con il foglio scritto) a non dire perfettamente nulla...
però usa parole ad effetto in inglese...

sabato 2 febbraio 2008

Forse molti non sanno che...

http://www.feelphones.com/wp-content/uploads/2007/10/skype-logo.jpghttp://www.jdt.fr/local/cache-vignettes/L200xH200/Telecom_Italia-61eab.gif

SkypeIn è un numero di telefono che consente agli altri di chiamarti da un fisso o da un cellulare al costo di una chiamata urbana. In pratica puoi far squillare il computer componendo il numero di un telefono fisso, e chi ti chiama spende la sola chiamata urbana anche se tu sei dall'altra parte del mondo.

  • Amici, parenti e colleghi potranno chiamarti su Skype da qualsiasi telefono.
  • Il costo è pari a quello di una chiamata urbana.
  • E non devono neanche avere Skype.
  • Il tuo numero SkypeIn ti segue in tutto il mondo.
  • Rispondi alle chiamate tutte le volte che ti colleghi a Skype (oppure inoltrale su un altro numero di telefono o su un cellulare).
  • Acquista fino a 10 numeri SkypeIn in 14 diversi paesi del mondo:
Australia,
Brazil,
Chile,
Denmark,
Dominican Republic,
Estonia,
Finland,
France,
Germany,
Hong Kong S.A.R.(China),
Ireland,
Japan,
Mexico,
New Zealand,
Poland,
Romania,
Sweden,
Switzerland,
United Kingdom,
United States.

In pratica tutto il mondo occidentale...
Ma Dove è l'italia?
L'italia solito paese ridicolo non ha SkypeIn... :-o
Alla faccia delle liberalizzazioni... E la vergogna che nessun giornalista ne ha mai parlato...
Nemmeno Beppe Grillo, da sempre sostenitore di Skype, ha mai detto niente in particolarer su SkypeIN.

Skype aveva provato nel 2006 a chiedere i numeri geografici necessari per la fruizione di tale tecnologia, ma i nostri grandi liberisti hanno detto NO. Gli intrecci di potere fra la casta politica e la cloaca-etico-economica Telecom vanno conservati...

Come hanno fatto:
[...] La nuova delibera dell'Autorità Garante delle Comunicazioni (il 31 marzo 2006) vieta però al VoIP "nomadico" (come quello di SkypeIn, cioè utilizzabile ovunque nel mondo) di funzionare con numeri di città italiane. Così Skype Italia richiederà numeri in decade cinque, i soli a essere indicati, nella delibera, come adatti al VoIP nomadico. Chiamarli, secondo i tetti fissati dalla delibera, può costare però fino al doppio di una telefonata urbana; se ne lamenta già l'associazione consumatori il Movimento Difesa del Cittadino, in una nota dei giorni scorsi. [...]
Chiaramente e giustamente Skype con quei prezzi ha tolto le tende.