domenica 5 ottobre 2008
Gelmini, Giavazzi, Galimberti et al... università merito e riforme.
Lo streaming video sembra un po' lento.
Conviene ascoltarselo in mp3:
Prima parte in mp3
Seconda parte in mp3
Irene Tinagli ricercatrice in USA porta la sua testimonianza.
Giuliano Da Empoli... descrizione bizzarra, ma interessante della meritocrazia italiana.
Giavazzi parla accuratamente di meritocrazia con base scientifica.
Gelmini chiacchiera, chiacchiera, chiacchiera... mezz'ora... è totalmente fuori tema... e non capisce che è totalmente dentro (insieme al suo partito) a tutti i difetti corporativi descritti dagli interlocutori precedenti. Non riesce a rispondere o a riallacciarsi al dibattito. Fa il suo solito vuoto monologo: gli altri parlano di meritocrazia "adulta", quindi università e ricerca e quindi di riforme a costo zero... lei risponde con: maestro unico, tempo pieno, voto in condotta e tagli! C'è mancato solo il grembiulino... Che tristezza... come al solito il ministro dell'istruzione non conta niente... contano solo i tagli del solito ministro dell'economia e i poteri corporativo-clientelari dei baroni che si oppongono alle riforme.
martedì 9 settembre 2008
Sfatiamo il mito dell'incostituzionalità
venerdì 1 agosto 2008
L'equilibrio del paradosso

Osservavamo la settimana scorsa che, in un mondo in cui ci si può comportare in maniera egoistica (tenendo per sé le cose buone e rifilando agli altri quelle cattive), chi si comporta in maniera equa (attribuendo le cose buone equelle cattive in pari misura a sestesso eagli altri) finisce per favorire una società iniqua nella quale proprio i più egoisti risultano premiati mentre se tutti si comportassero in maniera egoistica la società risulterebbe equa (tutti avrebbero gli stessi vantaggi e svantaggi). Questo paradosso sembrerebbe convalidare l'ideologia individualista per la quale è proprio il comportamento egoistico quello che genera una società giusta. Il trucco su cui si basa questo paradosso è che il risultato è equo solo se si presuppone un punto di partenza assolutamente paritario, cioè che ogni soggetto disponga della stessa quantità di elementi (positivi e negativi) da distribuire tra sé egli altri. Se viene meno questo presupposto, allora l'esito non è più equo, ma anzi l'egoista continua ad avvantaggiarsi sempre più. Insomma: l'individualismo genera giustizia solo in una società in cui i beni siano equamente distribuiti; ovvero: il liberismo sarebbe 'giustificabile' solo all interno di una società 'comunista'. Ma anche questo è un paradosso. Come se ne esce? Per ora accontentiamoci di osservare, scherzosamente, che qualcosa di equo l'abbiamo trovato: è la paradossalità, che è parimenti distribuita tra l'ideologia egualitarista e quella liberista.L'università italiana pecca di questo importante equilibrio...
Luigi Vero Tarca
mercoledì 25 giugno 2008
Tutto lo stato maggiore di università e ricerca...
Odddio...
In questo covo di baroni la Gelmini sembra una progressista assoluta :-o
Guido CRUI Trombetti capo barone totale.... fa un discorso troppo conservatore... troppo....
lo stesso anche per Luciano CNR Maiani...
Brillante Mussi... anche se si opacizza un pò in certi momenti di nostalgia di altri tempi....
giovedì 19 giugno 2008
Il significato di Meritocrazia
Ottimo questo signor Roger Abravanel che presenta il suo libro sulla meritocrazia...
Viene discusso spesso il problema dell'accesso alle università. Dice che ha parlato con la Gelmini... Poi pettina elegantemente il borioso Galan, presidente della regione Veneto che spocchia per aver detto no ad una stabilizzazione di massa (sanatoria) di 50 portaborse del governo.
(Vedi anche altri articoli qui e qui)
Continua dicendo che l'italia è una delle più illiberali e meno istruite nazioni... Vedi differenza tra ricchi e i poveri e vedi la possibilità di riscattarsi se nasci povero. Siamo peggio anche degli Stati Uniti... in cui il divario di ricchezza è notoriamente ampio. Lì cmq se sei "bravo" hai almeno l'opportunità di riscattarti.... in Italia no...
Piccola curiosità la meritocrazia nasce all'università di Harvard nel 1933. Sino ad allora accedevano solo le famiglie ricche. Di lì in poi l'accesso fu regolato da un test.
Fondamentalmente ci propone (ed ha proposto alla Gelmini... che evidentemente non ha capito) di seguire quello che fece Tony Blair qualche tempo fa per rilanciare l'Inghilterra risalendo la graduatoria dei test PISA... Guardate il video è molto piacevole.
Viene discusso spesso il problema dell'accesso alle università. Dice che ha parlato con la Gelmini... Poi pettina elegantemente il borioso Galan, presidente della regione Veneto che spocchia per aver detto no ad una stabilizzazione di massa (sanatoria) di 50 portaborse del governo.
(Vedi anche altri articoli qui e qui)
Continua dicendo che l'italia è una delle più illiberali e meno istruite nazioni... Vedi differenza tra ricchi e i poveri e vedi la possibilità di riscattarsi se nasci povero. Siamo peggio anche degli Stati Uniti... in cui il divario di ricchezza è notoriamente ampio. Lì cmq se sei "bravo" hai almeno l'opportunità di riscattarti.... in Italia no...
Piccola curiosità la meritocrazia nasce all'università di Harvard nel 1933. Sino ad allora accedevano solo le famiglie ricche. Di lì in poi l'accesso fu regolato da un test.
Fondamentalmente ci propone (ed ha proposto alla Gelmini... che evidentemente non ha capito) di seguire quello che fece Tony Blair qualche tempo fa per rilanciare l'Inghilterra risalendo la graduatoria dei test PISA... Guardate il video è molto piacevole.
martedì 17 giugno 2008
D'alema, Gelmini, fondazioni bancarie e ricerca....
Ecco i liberisti-dirigisti o i dirigisti-liberisti...
Cosa c'è dietro "la privatizzazione di tutti gli istituti pubblici di ricerca" della Gelmini....?
Le fondazioni (bancarie) tanto amate dal D'Alemone...
In 45 minuti d'alema è riuscito a dire che la ricerca si rilancia con lo sgravio fiscale!!
E la affida alle banche... secondo lui l'unica avanguardia nel mercato globale della tristezza italiana.... :-(
La Gelmini invece riesce (con il foglio scritto) a non dire perfettamente nulla...
però usa parole ad effetto in inglese...
giovedì 5 giugno 2008
Democrazia dal basso....

Dure discussioni:
http://ricercatoriprecari.wordpress.com/2008/05/21/concorso-il-concorso-dei-sogni-e-che-il-ministro-prenda-appunti/
hanno generato una proposta per modificare le regole dei concorsi da ricercatore:
http://ricercatoriprecari.wordpress.com/2008/05/31/una-modesta-proposta/
Sottoscriviblie al sequente link:
http://www.gopetition.com/online/19725.html
Iscriviti a:
Post (Atom)
31 Gennaio 2008 alle 7:18 pm
@colombo da priverno:
mi potresti indicare un documento dove SI SPIEGA
l’incostituzionalità dell’abolizione dei concorsi universitari?
Volendo poi essere formali anche la
stabilizzazione dovrebbe essere incostituzionale!
31 Gennaio 2008 alle 7:37 pm
Rivoluzioneitalia, non è una norma specifica della Costituzione sui concorsi universitari, ma è la norma generale sulle assunzioni nella pubblica amministrazione (l’università è una pubblica amministrazione). Si tratta dell’art. 97, comma 3, della costituzione, che dice:
“agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi previsti dalla legge”.
Inoltre, l’art. 51, comma 1 della costituzione prevede che l’accesso dei cittadini “agli uffici pubblici” debba avvenire “in condizioni di eguaglianza”.
Orbene, il metodo concorsuale è quello comunemente ritenuto più idoneo (in astratto) a garantire le condizioni di eguaglianza, che la costituzione, come vedi, ritiene essere un valore prevalente rispetto agli altri (ad es. la celerità della scelta).
E’ vero che l’art. 97, comma 3, lascia aperta la possibilità di eccezioni, ma queste devono essere adottate espressamente dalla legge.
Ecco perchè Mussi più volte affermava che - pur ritenendo che il sistema migliore non fosse, per l’università, quello dei concorsi - lui con un semplice regolamento non poteva eliminarli, ma solo cercare di disciplinarli diversamente.
Per eliminarli ci voleva una legge forte, seria e meditata (che doveva andare a derogare alla costituzione, in sostanza). Quel che ho detto io, se non erro, è che questa maggioranza se li sognava i numeri per fare con serenità una legge così.
La stabilizzazione sarebbe incostituzionale, su questa base, per chi non ha mai fatto un concorso (contrattisti). Per chi ha fatto un concorso (assegnisti), probabilmente la trasformazione del rapporto in un tempo indeterminato rimarrebbe nei limiti di costituzionalità, perchè un concorso c’è stato.
capito perchè ogni tanto insisto ad analizzare diversamente le diverse figure di precari?
In ogni caso, se la stabilizzazione fosse stata non automatica, ma attraverso un giudizio selettivo di idoneità nazionale, penso che la modalità concorsuale si sarebbe potuta rietenere rispettata lo stesso (ed in questo caso anche per i contrattisti, che sarebbero stati sottoposti a giudizio drettamente in sede d’idoneità.
Rivoluzione, Spero di esser stato utile
Cari saluti